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Circolare - 25/02/2020

Coronavirus - FAQ salute e sicurezza

A seguire alcune FAQ condivise in parte con gli Spresal ASL CN1 e ASL CN2, che ringraziamo per il prezioso contributo.

1) Quali sono le fonti ufficiali dalle quali reperire informazioni utili sulla diffusione del Coronavirus?

Le fonti ufficiali che si consiglia di seguire sono le seguenti:

Regione Piemonte

Istituto Superiore di Sanità

Ministero della Salute

Si raccomanda in particolare di attenersi scrupolosamente a quando prescritto dal recente DPCM 8 marzo 2020 recante le misure urgenti di contenimento del contagio da COVID- 19.

2) E' necessario aggiornare il DVR aziendale?
Trattandosi di emergenza nazionale a causa di un virus sul quale sono in atto ancora ricerche e approfondimenti da parte della comunità scientifica e delle autorità sanitarie, come evidenziato da più parti – es. Circolare Regione Veneto – l’azienda non è chiamata ad aggiornare il documento di valutazione dei rischi in riferimento a tale “rischio biologico”, in quanto non è nella condizione di poterlo concretamente e ragionevolmente fare.

Il Protocollo firmato dalle Parti sociali contiene indirizzi  condivisi tra le Parti per agevolare le imprese nell’adozione di procedure aziendali di sicurezza anti-contagio: dunque le aziende dovranno trarre dall’intesa gli elementi per elaborare le proprie specifiche  istruzioni e procedure.

3) Si può andare in trasferta?

Tenendo presente il DPCM 11 marzo 2020, il testo del Protocollo  che prevede la sospensione e l'annullamento di trasferte o viaggi di lavoro nazionali, anche se già concordate e organizzate,  non ha un potere "interdittivo" ma ha la finalità di garantire la salute dei lavoratori senza interrompere le attività produttive e, quindi, fornisce una serie di indicazioni che sono state ritenute idonee allo scopo.

Lo stesso DPCM prevede la chiusura dei reparti non indispensabili alla produzione e la continuità per quelli ritenuti necessari, e quindi  se le trasferte sono essenziali per il "core business" (attività decisiva per la continuazione dell'attività aziendale) si devono ritenere ammesse. L’azienda valuterà  l'eventuale "differibilità"  a dopo il 25 marzo (scadenza prevista dal DPCM) delle trasferte/viaggi  se non indispensabili (es. legati ad attività più di natura commerciale, marketing ecc.).

4) Come regolare l'accesso dei lavoratori nei luoghi di lavoro?

La fase dell’ingresso in azienda è essenziale.
Il primo atto, rimesso alla determinazione di ciascun datore di lavoro, è la misurazione della temperatura. L’indagine, per quanto non decisiva (potendo una persona asintomatica avere e trasmettere il virus), costituisce uno screening importante.
Nel caso di temperatura rilevata superiore a 37,5° con termometro, la persona non potrà fare ingresso in azienda, e dovrà avvertire il medico di famiglia e le autorità sanitaria.
Qualora si richieda il rilascio di una dichiarazione attestante la non provenienza dalle zone a rischio epidemiologico e l’assenza di contatti, negli ultimi 14 giorni, con soggetti risultati positivi al COVID-19, si ricorda di prestare attenzione alla disciplina sul trattamento dei dati personali, poiché l’acquisizione della dichiarazione costituisce un trattamento dati.
Molto importante la disponibilità, nei pressi di entrate ed uscite (dove va evitato ogni forma di assembramento), di prodotti detergenti, posto che le porte e le maniglie sono fonti di potenziale contagio.

5) I fornitori esterni (es. appaltatori) possono entrare?
Sì: l’ingresso di terzi in azienda soggiace alle medesime cautele previste per i lavoratori.
In particolare, nel protocollo vengono indicate alcune cautele per gestire la fase di ingresso e di carico/scarico delle merci e utilizzo dei servizi (anche appositamente installati).
Inoltre, con riferimento al diverso tema della presenza di un servizio aziendale di trasporto, si precisa va garantita e rispettata la sicurezza dei lavoratori lungo ogni spostamento.
Anche la presenza di lavoratori appartenenti ad una impresa che sta eseguendo lavori o prestando forniture all’interno dell’impresa giustifica che le disposizioni del protocollo in commento si estendano a quelle imprese. Evidentemente, le precauzioni indicate nel protocollo faranno carico alle aziende fornitrici o in appalto.

6) Come si procede alla pulizia dei luoghi aziendali? Serve la sanificazione?
Il Ministero della salute – nella circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 - ha precisato le regole per la decontaminazione dei locali dove abbiano soggiornato casi confermati di COVID-19.
Evidentemente, in questo caso, la potenziale contaminazione del luogo di lavoro impone la massima cautela e, quindi, una azione di massima cautela nella sanificazione.

Si ritiene, al riguardo, utile riportare una definizione degli interventi previsti dal Protocollo che possono più efficacemente orientare alle  attività necessarie.

Pulizia (*): insieme di operazioni che occorre praticare per rimuovere lo "sporco visibile" di qualsiasi natura (polvere, grasso, liquidi, materiale organico…) da qualsiasi tipo di ambiente, superficie, macchinario ecc. La pulizia si ottiene con la rimozione manuale o meccanica dello sporco anche – eventualmente – con acqua e/o sostanze detergenti (detersione). La pulizia è un'operazione preliminare e si perfeziona ed è indispensabile ai fini delle successive fasi di sanificazione e disinfezione.
Sanificazione (*): è un intervento mirato ad eliminare alla base qualsiasi batterio ed agente contaminante che con le comuni pulizie non si riescono a rimuovere. La sanificazione si attua - avvalendosi di prodotti chimici detergenti (detersione) - per riportare il carico microbico entro standard di igiene accettabili ed ottimali che dipendono dalla destinazione d'uso degli ambienti interessati. La sanificazione deve comunque essere preceduta dalla pulizia.
Si ritiene utile riportare anche le definizioni di disinfezione e bonifica:

Disinfezione (*): consiste nell’applicazione di agenti disinfettanti, quasi sempre di natura chimica o fisica (calore), che sono in grado di ridurre, tramite la distruzione o l'inattivazione, il carico microbiologico presente su oggetti e superfici da trattare. La disinfezione deve essere preceduta dalla pulizia per evitare che residui di sporco possano comprometterne l'efficacia. La disinfezione consente di distruggere i microrganismi patogeni.
Per completezza di informazioni inseriamo la definizione di bonifica che utilizziamo in ambito aeraulico (bonifica degli impianti aeraulici – UTA e canalizzazioni aerauliche).

Bonifica (*):  una procedura di pulizia e disinfezione mirata a privare un ambiente, un’apparecchiatura, un impianto, di qualsiasi traccia di materiale contenuto o trattato precedentemente all’interno dello stesso. L’operazione garantisce l’abbattimento della cross-contamination (contaminazione incrociata).

(*) Fonte Cooplar

7) Come affrontare il tema "DPI"?
L’OMS e le Autorità Sanitarie hanno in più occasioni e documenti chiarito gli ambiti nei quali sono  necessarie le diverse tipologie di mascherine. Quando  si tratta di situazioni nelle quali si ha a che fare con un malato o  trattandosi di ambito sanitario, le mascherine da fornire sono  le maschere filtranti (FFP2 o FFP3).

Negli altri casi il criterio fondamentale per la prosecuzione della attività lavorativa è il rispetto del metro di distanza fra le persone in azienda e l’adozione delle norme igieniche e di pulizia ; laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, si procede con l'adozione di dotazioni  di protezione individuale. In mancanza di mascherine, per quanto non previsto da alcuna disposizione, potrebbe essere utile l’adozione di visiere paraschizzi facciali intere.

8) Sorveglianza Sanitaria. Come interagire con il medico competente?
Si raccomanda ai datori di lavoro di  coordinarsi con i  medici competenti  in relazione alle misure opportune o che si renda doveroso intraprendere per far fronte all'emergenza per tutelare la salute dei lavoratori. Il medico competente interagirà con le figure della prevenzione (SPP, RLS) per eventualmente attuare, modificare, adeguare le disposizioni interne  all’ emergenza COVID-19.

9) Cosa fare nel caso in cui il lavoratore non si presenti al lavoro e manifesti sinomi influenzali?

L'azienda preso atto della situazione, sollecita il lavoratore a seguire l'iter consigliato dal Ministero della Salute. Nello specifico al lavoratore è intimato di restare a casa e a prendere contatto con il proprio medico di base o la Guardia Medica. In caso sitomatologia aggravata da febbre e dispnea invece, il lavoratore prende contatto con il numero unico per le emergenze 112, o il 1500, evitando di recarsi fisicamente presso i Pronto Soccorso Ospedalieri. Le informazioni acquisite dall'azienda durante la fase di profilassi ed il rientro del lavoratore al termine della degenza dovrà essere gestito in stretta collaborazione con il Medico competente e con l'RSPP.

10) Nell'ipotesi in cui un lavoratore risulti positivo al COVID-19, quali misure deve attuare l'azienda?

L'azienda potrà predisporre in via cautelativa un elenco con i nominativi dei lavoratori che siano entrati in contatto con il dipendente assente dal lavoro per sintomatologia simil-influenzali, avendo condiviso con lui lo stesso ambito lavorativo. Infatti in caso di accertata positività di un lavoratore a COVID- 19, di norma le  Autorità sanitarie chiedono all’azienda i nominativi dei colleghi che rientrino nella condizione di “contatto stretto”, per le valutazioni e prescrizioni del caso. Le Autorità sanitarie predisporranno un protocollo specifico al quale l'azienda dovrà attenersi. Importante il continuo coordinamento tra l'azienda e l'Autorità sanitaria. 

11) Quali misure adottare nei confronti di un lavoratore asintomatico che è stato in “contatto stretto” con un caso di COVID-19 o ha soggiornato in zone a rischio epidemiologico.

E' opportuno che l’azienda disponga prudenzialmente, di concerto con le Autorità sanitarie, il temporaneo allontanamento dal lavoro e si attenga delle misure previste dall'articolo 3 del DPCM 8 marzo 2020; adottando, ove possibile e se possibile, misure organizzative come il ricorso al lavoro agile o facendo fruire eventuali periodi di ferie arretrate.

12) Quali comportamenti adottare per i manager e lavoratori che di recente sono stati all’estero?

Sospendere l’attività lavorativa:

– per i lavoratori che abbiano avuto contatti stretti e continuativi con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19

– per i lavoratori che, negli ultimi 14 giorni, abbiano fatto ingresso in Italia  nelle aree interessate dall’epidemia oppure in Italia nelle aree dichiarate a rischio dalle Autorità.

Informare i lavoratori che, in caso di sintomi sospetti per infezione (tosse, febbre, raffreddore), è opportuno rimanere a casa e contattare telefonicamente il proprio Medico di Medicina Generale. Le modalità di trasmissione dei dati avvengono tramite il numero unico di emergenza o il numero verde appositamente istituito dalla regione e l'operatore di sanità pubblico determinera sulla base delle comunicazioni alla prescrizione della permanenza domiciliare (art. 3 del DPCM 8 marzo 2020).

 

Si precisa che le informazioni soprariportate potranno subire variazioni in relazione all’evoluzione dello scenario epidemico, si consiglia di monitorare i successivi aggiornamenti pubblicati sul nostro sito.

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